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Tracy Chou | Rossi S.r.l.
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Tracy Chou

Storie di successo al femminile: 𝗧𝗿𝗮𝗰𝘆 𝗖𝗵𝗼𝘂.

Sviluppatrice di software.

La 33enne sviluppatrice di software Tracy Chou ha lavorato per Google, Facebook e Pinterest – tutte aziende nel cuore della Silicon Valley. Nel 2016, Tracy Chou e altre sette colleghe hanno fondato il Progetto Include, un’associazione no-profit che incoraggia le start-up ad essere più diversificate e inclusive. Attualmente è fondatrice e CEO di Block Party, una nuova start-up che ha lo scopo di combattere gli abusi e le molestie online.

Di seguito riportiamo l’intervista a Tracy Chou.

Hai studiato ingegneria elettronica e informatica a Stanford, ma all’inizio non immaginavi che avresti iniziato una carriera come sviluppatrice di software. Perché?
La risposta sta semplicemente nel sessismo e nella misoginia, talmente insidiosi da pervadere ogni aspetto del mio condizionamento culturale, la mia esperienza scolastica, i consigli che ricevevo da colleghi e mentori e l’esposizione nel settore che avevo. Penso che a testimoniare quanto sia forte quell’ostracismo basti il fatto che una persona come me, che altrimenti avrebbe avuto una strada perfettamente spianata nell’industria tecnologica, non riusciva neanche a immaginare di intraprenderla. I compagni di scuola mi facevano sentire inadeguata, e quando è arrivato il momento di fare domanda per tirocini e posti di lavoro a tempo pieno, i mentori mi suggerivano di prendere in considerazione la gestione del prodotto o altri ruoli non tecnici. Nessuno mi ha mai incoraggiata a diventare uno sviluppatore di software. La mancanza di modelli, inoltre, non aiutava certo. Nei miei tirocini e nelle esperienze dirette nell’industria tecnologica, ero circondata da uomini, molti dei quali sminuivano apertamente le mie capacità e la mia adeguatezza all’incarico, altri mi molestavano sessualmente. Il rovescio della medaglia di tutto questo è stato scoprire quanto sia potente, stimolante e divertente essere capace di scrivere e creare prodotti digitali.
Cosa consigli alle società tecnologiche che vogliono diversificare?
Ogni società è differente, così come non esiste un unico manuale di istruzioni per come sviluppare il business o definire la cultura di un’impresa, la diversità e l’inclusione non è una semplice checklist in tre passi. Tuttavia, c’è una cosa che raccomando ad ogni impresa ai blocchi di partenza: tracciare il percorso e stabilire i traguardi. Senza dati, sia quantitativi che qualitativi, per comprendere lo stato attuale di una società, non c’è modo di sapere quali siano le aree più importanti da migliorare e se eventuali sforzi daranno i loro frutti. È importante anche stabilire degli obiettivi, in modo che le persone abbiano un orientamento a cui allinearsi e possano misurare i loro progressi sulla strada per raggiungerli.
Nel 2013, hai contribuito all’avvio di un’ondata di pubblicazioni di dati sulla diversità da parte delle imprese tecnologiche con un repository di GitHub che raccoglieva le statistiche sulle donne nel settore engineering. Se dovessi rifarlo nel 2020, pensi che i numeri sarebbero diversi?
La buona notizia è che non dovrà più essere un esperimento teorico: le società hanno iniziato a pubblicare i dati sulla diversità a cadenza annuale, in modo che possiamo esaminare direttamente i dati disponibili. La cattiva notizia è che questi dati non evidenziano molti progressi. Ad essere onesti, c’è stata una lieve crescita della rappresentanza femminile nel settore tecnologico, dove una percentuale di una sola cifra significa un grande cambiamento. Sfortunatamente, in alcuni casi abbiamo visto che i miglioramenti nel campo della parità di genere si accompagnano a passi indietro in termini di diversità razziale. Proprio adesso, è come se ci fosse una sorta di cordone di velluto che separa un’esclusiva cerchia omogenea di pochi eletti, prevalentemente di sesso maschile e bianchi, e spesso privilegiati anche sotto altri aspetti. Ampliare la cerchia per includere una manciata di donne nel nome della diversità non risolve il problema. Per ottenere l’inclusione, dobbiamo abolire le cerchie esclusive.
Quali sono i prossimi passi che le donne dovrebbero compiere nell’industria tecnologica per migliorare le quote rosa? Quanto è importante favorire la consapevolezza ed educare gli altri?
Vorrei confutare il presupposto fondamentale di questa domanda, ovvero che sia responsabilità delle donne cambiare un settore dominato dagli uomini che ci tiene sistematicamente ai margini. Noi siamo sottorappresentate e sottovalutate, quindi spesso escluse e respinte. Sono le persone che occupano posizioni di potere e privilegio che dovrebbero assumersi le loro responsabilità a tale riguardo.


A cosa stai lavorando attualmente?
Al momento lavoro a una nuova start-up tecnologica che si chiama Block Party, che sviluppa soluzioni per le molestie online e offre agli utenti più controlli, protezione e sicurezza online. Sono molte le ragioni per prendere a cuore la missione di Block Party di creare un’esperienza online più sicura, ma per me è anche una questione molto personale. Gli abusi online hanno sconvolto la mia vita molte volte, cambiando completamente il modo in cui vivo. Eppure, nonostante questa terribile piaga, nessuno sta davvero cercando di risolvere il problema. Alla fine dei conti, l’unica cosa che posso fare per cercare di risolverlo è fondare una società che si impegna a trovare una soluzione per tutti. La nostra missione, con Block Party, è creare gli strumenti per consentire alle persone di riprendersi il controllo della loro esperienza online.

 



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